Attenzione: scritto nel 2011/2

Con il voto di fiducia alla manovra finanziaria del Governo Monti si ha dato vita ad una nuova e consistente riforma sulle pensioni.

Le modifiche sostanziali sono il passaggio definitivo al metodo contributivo per tutti ed il blocco delle rivalutazioni per due anni per la gran parte delle pensioni (ossia quelle che eccedono i 1.421 euro, tre volte il minimo).

La variazione più grane riguarda le pensioni di anzianità che rimangono solo per chi ha maturato i 40 anni di contributi, che diventano 41 per le donne e 42 per gli uomini, incamerando di fatto le finestre (che tecnicamente spariscono). Altra variazione sostanziale è la cancellazione del meccanismo delle quote.

Tutte le altre pensioni saranno di vecchiaia (e non più contributive), con l‘età pensionabile che aumenta (con un meccanismo progressivo, che viene velocizzato rispetto a quanto previsto dalle precedenti manovre finanziarie). La nuova età pensionabile sarà di 66 anni per tutti, uomini e donne, a partire dal 2018. Relativamente al calcolo della pensione, la variazione riguarda il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo per tutti. (Ricordiamo per altro che, il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo, conclude un iter di modifica già intrapreso con la “Riforma Dini” nel lontano 1995).

La pensione di anzianità resta solo per chi matura i 40 anni di contributi (nel 2011) e si alza progressivamente, sino a sparire, per gli anni 2012 e 2013.

Nel 2012 le donne possono andare in pensione con 41 anni e un mese di contributi mentre gli uomini possono andare in pensione con 42 anni e un mese. Nel 2013 il requisito sale di un mese (diventa di 41 anni e due mesi per le donne e 42 anni e due mesi per gli uomini). Un analogo incremento è previsto nel 2014 (41 anni e tre mesi per le donne e 42 anni e 3 mesi per gli uomini).

Va sottolineato che, come detto precedentemente, le finestre mobili spariscono. Alla maturazione dei requisiti di età pensionabili appena illustrati non bisogna più aggiungere la finestra di pensionamento. Si inizia quindi a percepire la pensione da quando si smette di lavorare (il mese successivo alla maturazione dei requisiti).